25 Aprile, la guerra civile nascosta

Il ventennio ebbe colpe gravissime, qualsiasi dittatura le ha! Le leggi razziale del 38 ne rappresentano l’acme a mio parere, più dell’entrata in guerra che pure fu un errore tragico per tutti gli italiani.
La gente che col fascismo prima convisse forzatamente e poi entusiasticamente non fu solo “gente comune”: poeti, filosofi, letterati, gente di spettacolo, artisti in genere ( come oggi del resto, i guru dei media si accodano sempre nella tendenza che li nutre). Negare ciò non è corretto, come spiegare altrimenti l’Italia tra il 1928 e il 1940? Il fascismo ebbe l’avallo del popolo italiano e di questo semmai dovremmo discutere, di questo dovremmo analizzare le radici e vi assicuro che tutti noi come popolo e Nazione non faremmo una grande figura.
Io parlo di analisi, le giustificazioni son poca cosa, la Storia in genere le spazza via. Come potremmo altrimenti considerare o giustificare la Shoah!? Ci sono FATTI assoluti e incontrovertibili, di essi bisogna tenere conto pena discussioni inutili e false.
Molti a sinistra oggi parlano di falsi liberali che cercano di giustificare il Ventennio arrampicandosi sui vetri: così si cammina su un campo minato, sia che ci si riferisca nello specifico all’autore di questo post sia che lo si faccia in riferimento agli uomini politici di oggi che rappresentano nell’insieme un gruppo sulla cui mediocrità non val la pena spendere più di mezza parola.
Dico questo perchè la libertà “conquistata con enormi sacrifici e spesso con la vita” se essa è il Paese in cui oggi viviamo non è vera libertà, semmai possiamo definirla uno stucchevole esempio di parlamentarismo furbo ed elitario senza base popolare e senza spirito unitario .
Dovremmo ricordare gli eventi dall’8 settembre del 43 in poi. Dovremmo onestamente sapere che la resistenza partigiana riguardò di fatto solo mezza Italia, che nel sud si instaurò fino al referendum un Regno del sud da barzelletta, che mentre a Torino Cuneo Genova Milano Bologna si sparava e si moriva A Palermo Bari Catania si ballava il rock n roll e si davano calze di nylon e cioccolata alle segnorine. Mia madre e mio padre vi garantisco sono fonti sicure. L’esito del Referendum se lo si va a riguardare è inequivocabile: due italie, una votò in massa Repubblica, l’altra Monarchia. Perchè negarlo? A che serve?
La vita. Già la vita…essa fu persa da tutti.
Dai Repubblichini convinti
Dai militari italiani che non vollero ripudiare il loro giuramento a Cefalonia
Dai partigiani del fratello di Pasolini
Dai partigiani bianchi
Da ragazzi che non avevano una precisa ideologia politica ma volevano solo vivere
Da donne e ragazze più o meno fasciste che furono uccise e stuprate secondo il vecchio sistema maschile che attraversa trasversalmente ogni ideologia umana
Da commercianti, funzionari comuni, agricoltori.
Da sacerdoti
Da Gerarchi fascisti vecchi e nuovi
Da attori e attrici
Da amanti e gigolò
Da una marea di gente composita che si trovò nella tempesta e non riuscì a nuotare.
DAI PARTIGIANI ROSSI DELLE BRIGATE GARIBALDI.
Davvero pensate che in tutti costoro ci fosse un sincero anelito per la libertà democratica? Se lo pensate siamo su piani molto distanti.
Il vecchio e potentissimo PCI si impegnò, pretese e impose la resistenza a modo suo e con i suoi sistemi per ottenere una libertà marxista leninista; era esattamente quella la meta allora, l’entrata dell’Italia nella sfera di influenza del blocco comunista di allora. Nessuna libertà, nessuna democrazia mi spiace dirlo. Chi fucilò, uccise, chi volle P.le Loreto, chi ancora oggi incredibilmente lo invoca e lo addita ad esempio secondo voi è gente che ha scelto la libertà e la democrazia?
Io parlo di una cosa diversa, parlo di una GUERRA CIVILE, in essa vince chi spara meglio non chi ha le idee migliori. In essa la storia viene manipolata ad uso e consumo dei vincitori. Non si può costruire nulla sul sangue e la violenza.
Dico questo perchè non so voi ma io i compagni degli anni 60-70 li ho conosciuti bene e credetemi di rispetto, democrazia, alternanza e analisi non avevano nessuna cognizione, però imponevano la loro idea comunque.
Quando si parla di codardi violenti e fascisti a chi ci si riferisce? Ai gruppuscoli di estrema destra, a quelli dei centri sociali, ai vertici di un paio di partiti nazionali sovranisti, oppure al sottoscritto?
Ero certo che toccare argomenti di questo tipo avrebbe suscitato silenzi imbarazzati o rabbiosi, avrebbe stimolato prese di posizione basate su lezioni di storia comode e consolidate. ma se ritenete che io attenui, giustifichi, faccia revisionismo di bassa lega, se insomma pensate di potermi dare lezioni di civiltà, umanità, storia et similia avete sbagliato interlocutore, con me serve un approccio diverso. Sono rimasto un ragazzo ribelle.
Una scelta può essere giusta o sbagliata a seconda del contesto storico, della propria ideologia, anche della propria comodità sociale. Sono molteplici i condizionamenti di una scelta e su questo credo sono in totale disaccordo con la maggioranza di voi. Tra un assassino partigiano ed uno repubblichino io non faccio differenza. Tra una dittatura e l’altra io non faccio differenza è lì il nocciolo del discorso negli anni tra il 44 e il 46. Questa differenza sostanziale è la base di una storiografia di comodo su cui è stata costruita una Repubblica che, avendo basi fragili e talvolta menzognere, non poteva sortire altri effetti se non quelli che oggi abbiamo davanti. Detto in modo diverso; definire guerra civile o resistenza quegli anni cambia totalmente la questione. Ed è esattamente questo che ci divide, io sono un isolato assieme a pochi altri, molti blogger che ho visitato sono invece perfettamente inseriti nella corrente che domina tutti i media, la letteratura storica dal 45 in poi, la comunicazione e in definitiva l’humus su cui cresce l’Italia di oggi. Ne sono conscio, perfettamente ma non chiedo di condividere la mia opinione, resto qui e in fondo mi va bene così.
E’ sul modo in cui è stata combattuta la cosiddetta resistenza dalla fazione più forte e attiva che nutro troppe perplessità. Sembra incredibile non ci si decide ad affrontare la questione principale: guerra civile o lotta per la liberazione? Liberazione da una dittatura sic et simpliciter o tentativo di instaurarne un’altra di colore diverso? Perchè, ripeto, è da qui che nascono le valutazioni seguenti sul valore delle manifestazioni odierne.

Il commento vi definisce e qui dovrei scrivere il post più complesso e difficile della mia vita.